da giovedì 3 a domenica 6 dicembre 2020
giovedì e venerdì ore 21.00, sabato ore 19.00 e ore 21.00, domenica ore 18.00
drammaturgia, regia, interpretazione di Antonello Cossia
con la collaborazione di Raffaele Di Florio, Riccardo Veno, Annalisa Ciaramella, Angela Grimaldi, Bruno Fermariello
con il sostegno di TRAM e Vissidarte Festival
“Quando c’era la pioggia (come spesso a Parigi), Modigliani camminava con un enorme ombrello nero molto vecchio. Talvolta sedevamo sotto questo ombrello, su una panchina del parco e a due voci recitavamo le poesie di Verlaine a memoria e con amore, felici di parlare di poesia. Ci scambiavamo Verlaine, Laforgue, Mallarmé, Baudelaire. Aveva sempre in tasca i – Canti di Maldoror – di Lautréamont. Non l’ho mai visto ubriaco e da lui non veniva odore di vino, l’hashish in qualche modo figurava già nei suoi racconti”. (Anna Achmatova)
In scena un uomo entra con un ombrello nero molto vecchio, passeggia e poi si siede su di una sgangherata sedia di paglia, come fosse in un parco o nel suo studio. Attraverso un dialogo narrativo diretto con gli spettatori, grazie ai versi dei poeti a lui molto cari, ai ritratti, al racconto che di lui fa sua figlia Jeanne Modigliani ed altri materiali narrativi e biografici, si tenterà di dare un corpo e un’anima a questo artista, che suo malgrado è divenuto leggenda misteriosa e disordinata, iscritta a pieno merito nell’eternità che la grande arte dona, spesso dopo la morte, a quegli uomini fortunati che spendono la propria vita e si immolano nel perseguire una grande passione, finendo il più delle volte da essa divorati.
Un urlo, una beffa, una risata sorniona e impavida contro Dio.
a morendo.