da venerdì 5 a domenica 7 ottobre 2018
ore 21.00 (dal venerdì al sabato); ore 18.00 (domenica)
device: HashTram


spettacolo vincitore di TrentaTram Festival 2018

di Chiara Arrigoni
regia Francesco Toto
con Massimo Leone, Andrea Ferrara, Chiara Arrigoni

Un esaminatore borioso, il Signor T., e due candidati in uno stato di palpabile tensione, Sarah e Miguel. Il pubblico si scopre a spiare una conversazione già iniziata, che di primo impatto potrebbe sembrare un normale colloquio di lavoro. Un lavoro di una sola notte retribuito centomila euro. Pezzo dopo pezzo gli spettatori cominciano a intravedere la sagoma inquietante del compito che i due esaminati sono chiamati a svolgere: partecipare a un’orgia per ricchi annoiati. Non un’orgia come tutte le altre: una sorta di rito per una élite che ha smarrito il valore della vita, una roulette russa sessuale in cui i partecipanti possono tornare a sentirsi vivi unendosi a un’orgia con una persona affetta da HIV. Senza sapere chi sia il portatore di morte. In un interrogatorio incalzante il Signor T. sembra quasi provare piacere a scavare nelle vite di Sarah e Miguel e nelle motivazioni che li spingono ad aspirare al posto. Il candidato perfetto del Signor T. è una persona che ha trasformato la propria disperazione in cattiveria e che è in grado di diffondere la malattia senza provare nessun senso di colpa. Una telefonata provvidenziale porta il Signor T. fuori dalla stanza. Ora i due ragazzi sono soli. Ma il racconto delle loro vite non è finito e in un confronto senza più freni metteranno a nudo le proprie inattese verità.

Il testo è ispirato a un’inquietante storia vera dai tratti distopici ambientata ai giorni nostri nel Regno Unito: un fatto di cronaca racconta di “party con roulette russa sessuale, in cui una persona è segretamente affetta da HIV e nessuno dei partecipanti alla festa è legittimato a usare preservativi”. Lo scopo di questo gioco pericoloso è proprio “gustare il brivido di non sapere se si finirà contagiati”: un brivido che qualcuno è persino propenso a pagare a caro prezzo. La notizia passa quasi inosservata, ma Chiara Arrigoni decide di trasformare quell’episodio terribile in un testo teatrale, mettendo al centro dell’attenzione, però, non i ricchi e incauti giocatori di questo “sport estremo”, ma le vittime sacrificali che sono disposte a fare da untori silenziosi, forse per soldi, o forse per disperazione. L’idea è quella di raccontare, attraverso la storia di due ragazzi nel tempo di un’audizione, un po’ di quel vuoto che si annida nella società del benessere e delle disuguaglianze. Attraverso la metafora del colloquio di lavoro possiamo, infatti, portare in luce un tema di forte rilevanza sociale, radicalmente legato all’attualità, parlando metaforicamente di tutto il mondo del lavoro, che sottopone chi vuole farne parte a dinamiche crudeli e predilige chi è disposto a fare il “lavoro sporco” mettendo a tacere la propria coscienza.